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Rivista101_Stefano Locatelli

Da qualche tempo a questa parte si è riacceso l’interesse, a dire il vero mai sopito, intorno agli artisti della famiglia Locatelli: recentemente è stata dedicata a Romualdo una monografia curata da Vittorio Sgarbi e Stefano è stato protagonista della sua prima antologica, la mostra “Ri- Tratto. Stefano Locatelli oltre la scultura” curata da Marcella Cattaneo e dalle nipoti dell’artista, Maria Luisa Marieni Saredo e la sottoscritta. [...]
Senza la pretesa di essere esaustiva, la mostra ha voluto dare conto della poliedricità dell’artista dando spazio ai diversi mezzi espressivi utilizzati (scultura, disegno e pittura) e indagando anche quella parte di produzione più libera e creativa, meno nota rispetto alle opere religiose e agli interventi pubblici, ma assolutamente e forse più genuinamente rappresentativa del suo lavoro. L’intensa sequenza di autoritratti in apertura del percorso della mostra ne è un esempio, quasi spiazzante se si pensa al carattere riservato di Stefano. Lontano dal cliché dell’artista tutto “genio e sregolatezza”, non amava le luci della ribalta né mettersi in mostra… letteralmente, dato che durante la sua vita organizzò una sola personale, nel 1946 insieme al fratello Raffaello presso la Galleria Tamanza, preferendo invece le esposizioni collettive, moltissime sia in Italia sia all’estero. Eppure la produzione di autoritratti è tanto ampia che non si trovano molti esempi di artisti che abbiano lavorato in maniera così puntuale sull’autorappresentazione. La sua è una registrazione non solo dei cambiamenti fisici nel tempo ma anche dei suoi stati d’animo: il sorriso sognante, lo sguardo severo, l’espressione quasi cupa si succedono e ritornano disegnando le diverse sfaccettature della sua personalità. [...]