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Rivista101_Palma il Giovane

Recentemente (2019), sono stati sottoposti a restauro quattro importantissimi dipinti di Palma il Giovane: Presentazione di Gesù al Tempio, San Francesco d’Assisi riceve le stimmate, Adorazione dei pastori e La Trinità con Cristo morto in gloria e angeli, Sant’Anna e Maria giovinetta, l’Arcangelo Raffaele e Tobiolo. I primi due sono stati restaurati da Francesca Ravelli, sotto la supervisione di Vincenzo Gheroldi della Soprintendenza di Brescia; il terzo dallo Studio di Restauro di Andrea Lutti di Paladina (Bergamo); il quarto da Antonio Zaccaria - Restauro Beni Culturali (Bergamo).
Il restauro degli ultimi due dipinti è avvenuto sotto la direzione di Angelo Loda, funzionario della Soprintendenza di Brescia. Il merito (e il plauso) dell’encomiabile iniziativa va ascritto ad Angelo Piazzoli, Segretario Generale della Fondazione Credito Bergamasco, da sempre sensibile al recupero e alla valorizzazione dei tesori dell’arte bergamasca e non solo.
Jacopo Palma il Giovane è stato, a lungo, considerato una figura di secondo piano nello splendido palcoscenico della pittura veneta: ammiratissimo dai contemporanei, la sua stella è andata eclissandosi a partire dalla metà del XVII secolo per restare nell’ombra sino agli anni Cinquanta del Novecento. Finché visse (1628), Palma il Giovane fu ritenuto l’ultimo esponente della grande tradizione veneta e, come tale, degno della massima considerazione e, tuttavia, non senza qualche riserva, ascrivibile sia all’incessante mutare del gusto e dell’estetica, sia (e, soprattutto) al progressivo espandersi e sedimentarsi di giudizi avversi quando non di pregiudizi intorno alla sua figura. Ora, finalmente, la sua luce è tornata a risplendere. [...]