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Rivista 103_deSidera Festival

Il 2020 è un anno importante per deSidera: compie 18 anni, entra nell’età adulta e può legittimamente guardarsi alle spalle e stilare qualche giudizio sulla strada percorsa. È anche l’anno del ventesimo anniversario della morte del maestro Benvenuto Cuminetti a cui il festival è da sempre dedicato. È infine l’anno della grande prova: il misterioso virus che ha messo in ginocchio tutta l’Italia e il mondo dello spettacolo in modo particolare. Nei giorni della grande angoscia, in cui tutti abbiamo temuto di non farcela, in cui il futuro ci sembrava davvero un’ipotesi, in cui la paura e addirittura la disperazione si erano impadronite della nostra città e dei nostri paesi, è venuta a galla invece una misteriosa energia, una speranza la cui origine era del tutto sconosciuta: no, non siamo fatti per il nulla, per la morte, ma per la vita. Come interpretare diversamente lo sbocciare del volontariato, del sacrificio eroico, della responsabilità collettiva? Anche il nostro festival è stato attraversato da questa scossa elettrica. Durante il lockdown abbiamo lanciato un appello ai nostri referenti, abbiamo mandato loro la nostra programmazione così drammaticamente sospesa insieme a un grido di speranza: se le cose si dovessero aprire noi ci siamo, e voi? Ebbene, siamo stati travolti da una risposta inattesa: in quindici giorni abbiamo costruito la 18a edizione composta da 33 serate di spettacolo all’aperto. Davvero impensabile all’epoca dell’appello. Questo fatto ci costringe ancor più oggi a chiederci chi siamo, da dove veniamo e che contributo possiamo dare a questo movimento di rinascita che vediamo in atto.
Fa una certa impressione ad esempio rendersi conto che deSidera è il più antico festival diffuso sul territorio bergamasco. Sono convinto che il segreto della sua longevità stia soprattutto nella fedeltà alla sua intuizione originaria e, contemporaneamente, nella flessibilità con la quale ha saputo interpretare l’evoluzione del territorio bergamasco negli ultimi quattro lustri. [...]