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Rivista 114_Saul Steinberg e Bergamo

In tempi recenti due ottime mostre a Milano hanno riproposto al pubblico italiano ed europeo un importante artista della seconda metà del Novecento, per vari aspetti fondamentale: Saul Steinberg.
Figura di artista estraneo alla congerie dei movimenti nordamericani del periodo, mente capace di fulminanti sintesi di pensiero e di subitanee estrazioni di significati trasversali, dalle sottili innovative sperimentazioni e travolgenti semplificazioni dei suoi strumenti espressivi: il disegno e la linea. Artista spesso frainteso, a volte paradossalmente catalogato come “illustratore”, proprio lui che oggi è riconosciuto piuttosto all’inverso, come “scrittore per immagini”.
Complicata la sua vicenda esistenziale, che qui per necessità è solo minimamente accennata.
Nato in Romania nel 1914 da famiglia ebrea, venne a Milano nel 1933 per studiare architettura al Politecnico. Nel 1936 entrò a far parte del gruppo di disegnatori della rivista umoristica “Il Bertoldo”, divenendone una delle più apprezzate firme per il suo stile modernamente surreale e antirealistico, e passò nel 1938 alla rivista concorrente “Settebello”. In quello stesso anno le Leggi Razziali spensero il suo sogno italiano, ma tra periodi di semiclandestinità, arresto e internamento, Saul Steinberg riuscì comunque a conseguire la laurea in architettura e quasi rocambolescamente a raggiungere l’America. [...]