Per un museo come la Fondazione Accademia Carrara la possibilità di organizzare mostre temporanee è importante, poiché consente di coinvolgere il proprio pubblico con esperienze sempre nuove e al contempo presentare il risultato di studi e ricerche. La mostra “Napoli a Bergamo. Uno sguardo sul ’600 nella collezione De Vito e in città” adempie precisamente a questi due compiti. Da un lato presenta al grande pubblico un episodio poco noto della storia artistica di Bergamo, dall’altro offre agli esperti la possibilità di verificare giudizi inediti su opere e autori anche alla luce di nuove ricerche documentarie e nuovi restauri. In questo senso la mostra si offre non solo come presentazione ma anche come restituzione al territorio bergamasco di un momento significativo della sua eredità culturale e cioè la riscoperta degli intensi rapporti che Bergamo ebbe con Napoli attraverso la mediazione di Venezia. Dopo le pionieristiche aperture degli anni Ottanta, con la mostra sul Seicento a Bergamo (1987) e i volumi dedicati ai pittori bergamaschi e forestieri del XVII secolo editi dall’allora Banca Popolare, l’argomento non era più stato affrontato, pertanto è parso utile riproporlo all’attenzione, accompagnandolo con la ricerca di nuove opere e documenti.
È un tema che invita a riflettere sulle relazioni intessute in età moderna dai mercanti bergamaschi (intendendo con questo termine non solo quelli della città ma anche dei dintorni e delle valli) con il Viceregno meridionale, giovandosi del tramite della Repubblica di San Marco quale porto sull’Adriatico in cui far giungere le merci provenienti da sud che venivano imbarcate in Puglia, in particolare a Manfredonia. [...]