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Rivista 122_Donnino Rumi artista

Una doverosa premessa può contribuire a introdurre la presentazione della figura e dell’opera di Donnino Rumi. Solitamente, analizzando la produzione dei vari artisti, del presente e del passato, viene sottolineato il fatto che, con il loro lavoro, essi abbiano realizzato una interpretazione del proprio tempo, leggendone le dinamiche, le emergenze, le istanze più sensibili, in qualche modo ponendosi come lettori critici, provocatori o propositivi, della realtà. Si trattasse solo di questo, risulterebbe valorizzata solo la parte più immediatamente percepibile della loro produzione, quella che, in un certo senso, si potrebbe definire fenomenica, espressa dalla forma delle invenzioni dei loro racconti. A questa fondamentale componente di leggibilità, ne andrebbe tuttavia accompagnata un’altra, altrettanto importante e, forse, a ben guardare, più naturale e quasi ovvia: la constatazione che, insieme a una loro funzione di testimoni e narratori del proprio tempo, essi svolgono, e hanno sempre svolto, quella di protagonisti delle vicende della loro epoca. Non solo interpreti della storia, ma attuatori del progressivo farsi delle sue vicende. Le opere d’arte, come presenze evidenziate, sono infatti sempre venute a porsi, come fatti concreti, come azioni, come contributi anche materiali, di creazioni nuove, come parte di un tessuto evolutivo, riconoscibile per il loro concreto portato di esperienze inedite: idee e pensieri, incarnati e incardinati, nella stratificazione dei fatti di ogni giorno, proprio come tanti altri attinenti alla politica, all’economia, alla scienza, alla sociologia, alla religione, alle paci e alle guerre.
Donnino Rumi è entrato a far parte di questa storia, almeno da due versanti, entrambi intensamente vissuti e alimentati: una straordinaria esperienza imprenditoriale, nel bel mezzo degli anni della ricostruzione postbellica, con pregresse vicende di personali scelte politiche durante l’occupazione tedesca, e una intensa e selettiva attività artistica, anomala e aristocraticamente isolata. [...]