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Rivista 122_Evaristo Baschenis_Elogio del silenzio

Musica per gli occhi
Sacerdote, pittore, musicista, mercante di quadri, instancabile viaggiatore: Evaristo Baschenis (Bergamo 1617-1677), è stato di gran lunga il più importante autore di nature morte italiano del XVII secolo. Ideatore della natura morta di soggetto musicale, capace di suscitare l’interesse tanto degli appassionati di pittura quanto di quelli del mondo musicale, ha ottenuto importanti riconoscimenti oltre che a Bergamo, anche nelle più importanti città d’Italia: da Milano a Venezia, da Torino a Firenze a Roma. Il segreto del suo successo è nella capacità di restituire con straordinaria fedeltà al vero e un’eccezionale padronanza delle tecniche prospettiche gli strumenti musicali della celebre tradizione italiana. Ancora oggi gli studiosi di musicologia e di organologia nonché i restauratori di strumenti antichi si affidano ai suoi dipinti eccezionalmente realistici per verificare taluni dettagli costruttivi e le più complesse questioni di meccanica musicale. Autentici status symbol, i violini, le chitarre, i liuti e le tiorbe realizzati nelle rinomate botteghe di Brescia, Cremona o Venezia, rappresentavano già al tempo l’oggetto del desiderio dei musicisti più esigenti e dei collezionisti più raffinati, disposti a spendere somme considerevoli per accaparrarseli ed esibirli in occasione dei concerti che si svolgevano nelle corti e nelle dimore aristocratiche. Non stupisce pertanto che il nuovo genere messo a punto dal prete bergamasco, che consentiva ai proprietari dei suoi dipinti di ammirare anche in effigie, all’interno di acrobatiche composizioni, i propri esclusivi strumenti musicali, abbia non solo riscosso un enorme successo ma anche generato una schiera di imitatori e un vero e proprio filone pittorico – noto come “maniera bergamasca” – protrattosi sino al XIX secolo. [...]