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Rivista 123_La Sagrestia della parrocchiale di Foresto Sparso

[...] Precisato il lasso di tempo della costruzione della sagrestia, compreso tra il 1673, anno d’inizio dei lavori della nuova chiesa e il 1690-91, presumibile data di conclusione degli stessi, rimane a tutt’oggi ignota la bottega degli artisti incaricati di eseguirne la decorazione.
Un appiglio documentario è fornito tuttavia da una lettera di risposta, presumibilmente redatta da Andrea Fantoni, ad una richiesta inviatagli da don Piccinelli, in merito all’ornamentazione dell’ambiente.
La trascrizione completa del documento, purtroppo senza data, è la seguente: Rispondo in absenza del fratello Gian Bettino che il nostro operare tanto in disegni quanto in opere è solamente in marmo ò legno non mai in stucchi ne quali travagliano i Professori; e però è pregata non distaccarsi da maestri dell’arte per non far torto alla Professione ed obbligare l’artefice ad operare con più vigore. Se con altro posso ubbidirla troverà sempre pronto me ed il Fratello mentre con profondo ossequio ci professiamo di V. S. Illustrissima.
La chiarezza del documento non lascia dubbi sull’onestà professionale dei Fantoni e verosimilmente di Andrea che, dichiarando la propria bottega estranea ad affrontare imprese di tal genere, invita il religioso a rivolgersi ad artisti di provata esperienza nel settore specifico dello stucco.
Assai verosimile che l’ispiratore dell’apparato ornamentale della sagrestia, dal significato iconografico tuttora indecifrabile, sia stato proprio don Piccinelli, personaggio dai vasti interessi culturali, forse non privo di conoscenze del mondo dell’occulto e della simbologia esoterica. Non è improbabile, infatti, che il variegato universo animale e antropomorfo della volta dovesse presentarsi, nelle intenzioni del religioso, come un palinsesto di immagini da leggersi in una contrapposizione tra il bene e il male, di deliberato valore didattico [...]