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Nel 1952 Romano Trojani (Lecco, 1926) incontrava Ennio Morlotti (1910-1992) proprio quando le Vegetazioni del secondo sfondavano la forma e il più giovane dei due corrugava già le sue colline in grumi pastosi dai toni spettacolari. La loro amicizia è durata fino alla morte di Ennio, avvenuta nel 1992. Insieme discutevano di pittura, benché non abbiano mai lavorato fianco a fianco e confrontavano i risultati delle proprie ricerche. E se le convinzioni artistiche di Morlotti facevano sì che di un ulivo bastasse rappresentare qualche foglia per rimandare all'intero, Trojani nei suoi boschi rigogliosi fabbrica un miscuglio di rami tronchi foglie che rimanda al mondo com'era, appena dopo la creazione. Mentre gli Imbersago del più anziano sono pieni del tumulto pagano di una natura ribollente, gli Adda del più giovane sembrano contenere un milione di luci. Uno più riassuntivo, l'altro più poetico.
Ma in comune davvero hanno avuto il sogno di una pittura vitale capace di cogliere insieme l'inizio
e la fine di tutto ciò che respira, nasce e muore sulla terra. ...