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Margherita Leoni. L'anima della natura

Uno dei miti ricorrenti in tutte le culture è quello della grande madre: è presente, infatti, nella maggior parte delle mitologie note ed è strettamente connesso con un’idea di femminilità che si identifica con il potere generativo della terra e della natura. Tale culto è diffuso fin dall’epoca paleolitica come testimoniano le molte rappresentazioni delle Veneri Steatopigie. Per quanto, con il passare degli anni, la figura della grande madre si sia, in un certo senso, specializzata, assumendo varie accezioni, rimane un elemento fondamentale ed un archetipo determinante, proprio di tutte le culture. In questa tradizione vi è una trasversalità che ci dà il senso di come si possa intendere o immaginare una radice culturale comune – pre torre di Babele biblica – che accomuna tutti gli esseri umani nella loro più arcaica origine. La donna, che è al centro del dibattito contemporaneo, che è oggetto di sopruso, tanto nel mondo contemporaneo, quanto in quello del passato, è, in questo senso, il simbolo di uno degli elementi fondamentali per la creazione e la propagazione della società. La sua capacità generatrice, differente da quella maschile, la sua accezione di incubatrice della vita, di formatrice dell’essere umano, la fa, inevitabilmente, avvicinare simbolicamente alla natura intesa nel suo complesso, nella sua accezione di forza rigeneratrice, che controlla e regola i flussi di creazione e rinnovamento. Si può quindi affermare che la natura è femmina – e non potrebbe essere altrimenti – perché solo la donna, come entità biologica, ha il potere della creazione, è l’essere più vicino alla divinità, in quanto, come la divinità, dà la vita.
Ed è forse questo elemento di femminilità, questa intrinseca realtà che permea l’essere donna, che ha spinto Margherita Leoni, artista di origini bergamasche, a porre la natura al centro della sua ricerca. Un aspetto che si è dimostrato fondamentale, per lo sviluppo del lavoro di Margherita Leoni, è stato il suo trasferimento in Brasile, luogo dove l’ambiente tropicale fornisce un esempio sontuoso, ed a tratti barocco, di quello che può essere l’essenza prima della natura, in una dimensione meno addomesticata e più ancestrale. (...)