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Con la designazione a media partner del Progetto Palma, e all’interno di quel complesso e articolato sviluppo di iniziative, “La Rivista di Bergamo” ha colto l’opportunità di presentare un contributo editoriale di dettaglio, altamente specialistico: un approfondito studio di Massimiliano Capella, con altri colleghi e collaboratori del Centro Arti Visive dell’Università di Bergamo, sul rapporto tra l’arte del pittore di Serina e la moda italiana del Rinascimento.
Questa acuta riflessione, che anticipa, senza pretendere di esaurirle, alcune chiavi di lettura delle opere palmesche in mostra, consente alla storia della pittura, prima ancora che a quella del costume, di riappropriarsi di una delle categorie fondamentali per il suo esercizio: quella che risiede nell’apprezzamento della mirabile invenzione dei pittori nell’aver saputo trasferire su un piano bidimensionale realtà plastiche e ambientali, prospetticamente illusorie di volumi e spazi a tre dimensioni. L’invenzione della prospettiva, in tutte le sue articolazioni, è certamente qualcosa di assolutamente creativo nella fantasmagorica illusionarietà proposta e risolta nei (e dei) dipinti. […]
È stata spesso, e da più parti, sottolineata l’opulenza delle forme femminili delle donne di Palma, ma forse non è stato mai abbastanza sottolineato, come invece avviene nel saggio qui presentato, che, in quei suoi decenni, «la rotondità delle forme diviene caratteristica di ogni elemento vestimentario, dall’abito all’acconciatura, dalla camora alla lenza e al balzo, dal taglio delle scollature delle vesti a quello delle camicie sottostanti, con volumi che non prevaricano e non costringono mai la linea della persona, ma anzi la espandono». E da che cosa può essere stata ispirata questa espansione, fisica prima di farsi mentale, se non da una dilatazione, allo stesso tempo, di uno status symbol individuale, e insieme di una condizione collettiva ed esistenziale, interprete di momenti storici, certamente gloriosi dal punto di vista delle presenze artistiche, ma non meno densi di problematiche coincidenti con appuntamenti clamorosi e decisivi, negli alterni rapporti di Venezia con le grandi potenze europee, con il Papato, con l’Oriente, con il controllo dei possessi di Terraferma, con ricorrenti pestilenze, con la penetrazione luterana […]

dall'editoriale di Fernando Noris