« torna al sommario 88 ······· vai al numero in edicola »

Il Museo di Arte Contemporanea di Luzzana

[...] La nuova impostazione scelta per il Museo è stata quella di individuare “il cuore” del museo stesso, mediante un allestimento in grado di interpretare drammaturgicamente il fulcro della poetica di Alberto Meli. E si è quindi scelto di operare sul nucleo centrale, individuandolo nella saletta della grande scultura denominata Genesi, in quella attigua del Giovinetto prigioniero della materia e, quindi, nella sala attigua dove si poteva leggere selettivamente un grande numero di opere di Meli.
Proiettori con luci diversificate, per colore e intensità, e grandi scritte con la citazione di parole-chiave, sono stati impiegati per guidare selettivamente la lettura di ciascuna opera del museo, a una a una, illuminando ogni scultura per mezzo di una sorta di alternanza temporizzata, e in progressiva dissolvenza.
Tale modalità, messa a punto dal regista Pier Paolo Venier e dal suo staff di Metavisioni [...], intendeva sottrarre alla voracità di una visione simultanea le opere di Meli, facendole apparire sulla scena con un ritmo di lettura lento, sottolineato e scandito da effetti luministici particolari, come se ciascuna opera si ponesse su un ideale palcoscenico e si presentasse in tutte le sue componenti: tematica, narrativa, formale, poetica, simbolica. [...]